Cosa può un nòcciolo d'oliva.

Tra le poliedriche forme artistiche, che hanno impreziosito - e continuano ad impreziosire - la nostra monotona esistenza, ve ne è una dedicata all'arte dello scolpire piccoli oggetti.

Di quest'arte ne è stato precursore, in età ellenistica, Callìcrate, cesellatore spartano creatore, con Mirmecide, della cosiddetta "microtecnica", base della corrente artistica del "piccolo è bello".

Si sprecano poi copie della Sacra Bibbia scritte su libri minuscoli o l'edizione in microcalligrafo della Divina Commedia, datata 1888.

Ma di microrealizzazioni - animate - in un nòcciolo di oliva questo no, francamente, non si era mai visto prima. A colmare la lacuna i soliti cinesi, ma stavolta quelli creativi, non quelli delle copie a basso prezzo e di bassa qualità, ma gli uomini che hanno fatto la storia dell'arte del paese della grande muraglia. 

In particolare, è stato l'artista Ch’en Tsu-chang, di Kwangtun ad intagliare, nel 1737, un complesso artistico che ruota intorno ad una piccola barca, coperta da un ombrellone tradizionale, con scanalature che ricordano le singole canne di bambù. All'interno, scavato nel nòcciolo, otto passeggeri, con figure incredibilmente dettagliate nelle singole espressioni. Porte e finestre ornate si aprono su leggeri cardini per rivelare le figure sedute all'interno, mentre colonne sottili forniscono un supporto strutturale al nòcciolo d'oliva quasi vuoto all'interno.

Ancora più sorprendente è il fondo della barca, ove è incisa l'ode, in 300 caratteri, "Latter Ode on the Red Cliff" di Su Shih, che è anche l'ispirazione per la scultura; la poesia narra proprio di un sereno giro in barca tra amici.

Tutto questo, in una microscultura di 16 mm di altezza e 34 mm di larghezza, in mostra presso il National Palace Museum di Taipei City (Taiwan).